Per decenni il cammino scientifico della nostra Fondazione è stato guidato con eclettica competenza e vivace entusiasmo dal professor Fabio Sereni (1927-2024), Maestro della pediatria italiana, che ricorderemo sempre con riconoscenza per la partecipe autorevolezza con cui ci ha accompagnato. Condividiamo il personale ricordo della nostra vicepresidente a vita, la d.ssa Luisa Bonora, e a questo ci uniamo tutti con sincero affetto, perché a ciascuno di noi il caro prof. Sereni ha trasmesso il senso di un instancabile e appassionato impegno verso l’infanzia più fragile che continuerà a ispirare il nostro lavoro.
Ho conosciuto Fabio Sereni poco tempo dopo la nascita della Fondazione Mariani. Era presente nel gruppo di professionisti che istituirono il primo Comitato Scientifico nel 1988. Da allora la sua presenza è stata costante: da presidente dello stesso Comitato a presidente emerito negli ultimissimi anni. E come tale ha indirizzato il nostro agire con proposte di alto contenuto, suggerendoci sempre il meglio dei collaboratori e interlocutori nel campo medico. Ha gettato così le basi per una Fondazione che ha saputo conquistarsi, nel corso degli anni, una posizione autorevole nella comunità scientifica della Neurologia infantile. Sono stati più di 36 anni di una collaborazione intensa e proficua.
Quarantenne proveniente dall’industria – decisamente profit – non avevo alcuna esperienza di comunità scientifiche, fondazioni, associazioni, non profit in generale, e tantomeno avevo idea di come affrontare concretamente i temi previsti dal nostro statuto: Assistenza, Formazione, Ricerca.
Fabio ci è stato sempre accanto, ci ha seguito, consigliato. È stato ispiratore di nuove idee, frutto della sua profonda cultura pediatrica e acuta intelligenza, della sua lungimiranza, della sua capacità di interagire con le persone, della passione che ha permeato tutta la sua vita: affrontare e curare le tante malattie che possono colpire i bambini e sconvolgere la loro vita.
Una persona, incontrata recentemente, mi ha detto: “Il prof. Sereni? Ha salvato mio figlio!”. Bastano queste parole per inquadrare la sua figura. Ricordo con commozione i nostri pranzi sociali alle immancabili “Colline Pistoiesi”, i nostri commenti sulle relazioni ascoltate dopo ogni corso di formazione. Ricordo le sue argute battute, la leggerezza con cui affrontava gli innumerevoli viaggi in Nicaragua per i progetti di cooperazione internazionale.
La sua vitalità a volte mi spaventava, è stato un “forte”, in gergo moderno, ed è stato giovane fino all’ultimo. Sinceramente l’ho invidiato. Ho invidiato la sua dialettica, la vastità del suo sapere, il suo modo di darti affetto e amicizia con una semplicità disarmante. E saranno questo affetto e questa amicizia che vivranno nel suo ricordo.
Luisa Bonora
Vicepresidente Fondazione Mariani