Multilinguismo: il progetto “MultiMind” - Fondazione Mariani
/ Neurologia infantile

Multilinguismo: il progetto “MultiMind”

Si è recentemente concluso “MultiMind”, il progetto internazionale sul multilinguismo iniziato nel 2019, parte del programma International Training Network (ITN) – Marie Sklodowska-Curie Actions, finanziato dalla Comunità Europea. Il progetto ha coinvolto Università e centri clinici di più di 20 paesi europei, inclusa l’Italia, e ha ricevuto una valutazione eccellente dalla stessa UE.

“MultiMind” ha avuto tra i suoi obiettivi comprendere l’impatto del multilinguismo nei bambini con disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, utilizzando metodologie comportamentali e di neuroimaging e sviluppando test computerizzati per lo screening del Disturbo Primario del Linguaggio e della dislessia nei bambini multilingue.

La collaborazione tra Università Milano Bicocca (referente la prof.ssa Maria Teresa Guasti), IRCCS Medea Istituto La nostra Famiglia di Bosisio Parini, Lecco (referente la dr.ssa Maria Luisa Lorusso) e la Sezione Disturbi del Linguaggio e dell’Apprendimento della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Besta  (referente la dr.ssa Daniela Sarti, S.C. NPI 2 – Epilettologia e Neurologia dello Sviluppo diretta dalla dr.ssa Tiziana Granata) ha perseguito due particolari obiettivi di ricerca: individuare misure, possibilmente indipendenti dalla specifica lingua, per l’identificazione della dislessia in bambini monolingue e bilingue; sviluppare e validare una piattaforma di screening funzionante via web  per l’identificazione di bambini bilingue a rischio di sviluppare un Disturbo Primario del Linguaggio (DPL).

Nella pratica clinica può risultare problematico differenziare bambini bilingue con DPL o con dislessia da bambini bilingue che presentano temporanee difficoltà causate da input linguistico eterogeneo, lingua madre e lingua italiana, o da insufficiente esposizione e scolarizzazione nella seconda lingua.  La comunità scientifica dimostra che le valutazioni dei bambini bilingui dovrebbero essere svolte in tutte le lingue che il bambino bilingue parla; questo può essere un problema per gli specialisti. Approcci di screening computerizzati come la piattaforma web MuLiMi possono tuttavia fornire la giusta soluzione; come descritto nell’articolo di Eikerling et al., MuLiMi è stata validata valutando da remoto un gruppo di bambini parlanti spagnolo e residenti in Italia e ha confermato le sue potenzialità per una identificazione automatica, efficiente e non complicata di bambini bilingue a rischio di DPL.

L’altro risultato emerso dalla ricerca “MultiMind”, descritto in Taha et al., è di grande interesse per la pratica clinica con bambini mono e bilingue con dislessia; lo studio ha infatti permesso di identificare alcune misure potenzialmente utili nella diagnosi di dislessia in popolazioni bilingue. Sono misure come la sintonizzazione al ritmo, la ripetizione di non parole, la denominazione rapida, la consapevolezza fonologica, meno influenzate dalla conoscenza della lingua e quindi particolarmente adatte per la popolazione bilingue.  

I risultati del progetto “MultiMind” hanno importanti implicazioni economiche e sociali per i servizi sanitari, di istruzione e per la società in tutta Europa. I sei Policy Report sono disponibili sul relativo sito.

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Si ringraziano le dr.sse Daniela Sarti e Tiziana Granata della Fondazione Besta per il contributo.

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