Sono stati recentemente pubblicati sulla rivista della Società Europea di Neurologia (European Journal of Neurology) i risultati di uno studio clinico su un’ampia casistica di pazienti pediatrici affetti da malattie mitocondriali, la più numerosa a livello mondiale ad oggi pubblicata.
Lo studio è stato condotto dal Reparto di Neuropsichiatria infantile e dal Centro Fondazione Mariani per le Malattie mitocondriali pediatriche presso la Fondazione IRCCS Carlo Besta di Milano. Proponiamo il commento della dr.ssa Anna Ardissone, primo autore di questo importante lavoro, che ringraziamo per il contributo.
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Le malattie mitocondriali (MD) sono disturbi eterogenei causati da mutazioni nel DNA nucleare (nDNA) o nel DNA mitocondriale (mtDNA). Le mutazioni del mtDNA sono più frequenti nella popolazione adulta, associate a sindromi ben definite e facilmente diagnosticabili.
Diversamente in età pediatrica, sono più comuni e note le forme associate al coinvolgimento del nDNA e a queste sono dedicate la maggior parte degli studi clinici. Tuttavia gli approcci terapeutici e il counseling genetico per i pazienti e le famiglie sono significativamente diversi nei difetti di mtDNA e ciò impone la conoscenza dettagliata sia della frequenza che della clinica di tali forme. In letteratura scientifica, studi su coorti di pazienti pediatrici affetti da queste forme sono rari e limitati a pochi casi, ne consegue che tali condizioni rimangono poco conosciute sia in termini epidemiologici che clinici, con la necessità di colmare queste conoscenze mediante analisi di ampi gruppi di pazienti.
Negli ultimi 20 anni su quasi 1.000 pazienti pediatrici affetti da malattie mitocondriali diagnosticati e seguiti presso il Reparto di Neuropsichiatria infantile e l’Unità di Genetica medica e Neurogenetica della Fondazione Besta, che ospita il Centro Fondazione Mariani, sono stati identificati 150 casi con mutazione del DNA mitocondriale. Sono state retrospetticamente analizzate le caratteristiche cliniche, strumentali, di laboratorio sia biochimiche che genetiche. I fenotipi più frequenti sono risultati la sindrome di Leigh, la Neuropatia ottica di Leber (LHON) e la sindrome MELAS (Encefalopatia Mitocondriale associata a iperlattacidemia ed episodi stroke-like).
Dato interessante e nuovo rispetto a quanto noto è stato la frequenza elevata della LHON soprattutto con esordio prima dei 12 anni; per tale condizione esiste un trattamento specifico che però è prescrivibile solo dopo tale fascia di età: auspichiamo che questo dato scientifico possa supportare la prescrivibilità del trattamento dei pazienti con esordio più precoce. Le manifestazioni extraneurologiche e la miopatia isolata sono risultate rare, a differenza di quanto accade negli adulti. Abbiamo riportato per la prima volta una variante patogena del mtDNA associata a una Leucodistrofia cavitante, definendo quindi un nuovo fenotipo associato al genoma mitocondriale.
Il nostro lavoro, grazie alla significativa coorte di pazienti studiati, ha permesso quindi di definire la frequenza e la caratterizzazione fenotipica dei difetti del mtDNA e suggerire indicazioni per un ottimale iter diagnostico e approccio terapeutico.