La musica come fattore neuroprotettivo - Fondazione Mariani
/ Neurologia infantile

La musica come fattore neuroprotettivo

La musica può rappresentare un importante fattore neuroprotettivo, perché oltre a contribuire allo sviluppo armonico del bambino, le evidenze scientifiche confermano che può essere anche uno strumento prezioso per rinforzare l’intervento in situazioni di fragilità, come la nascita pretermine, i disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, l’ADHD e l’autismo.

L’argomento sarà al centro del simposio “Musica e Apprendimento” incluso nel programma del XXXII Congresso Nazionale AIRIPA (Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento), che si svolgerà a Reggio Emilia e online dal 19 e 21 settembre 2024. Tale simposio, a cura della prof.ssa Elvira Brattico (Università degli studi di Bari; Aarhus University, Danimarca), prevede una serie di relazioni che affronteranno l’argomento da vari punti di vista.

La dr.ssa Luisa Lopez, coordinatrice scientifica della nostra area Neuromusic e membro del coordinamento nazionale di “Nati per la Musica”, terrà una relazione sulla musica come fattore neuroprotettivo nei primi 1.000 giorni di vita del bambino. Presentiamo qui in anteprima l’abstract dell’intervento.

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In gravidanza, nelle prime settimane dal concepimento e per i primi due anni di vita, il cervello del bambino si costruisce rapidamente. Le neuroscienze ci dicono che lo sviluppo del cervello avviene attraverso modalità predefinite a livello genetico e attraverso gli stimoli offerti. Il bambino ha bisogno della famiglia per sopravvivere e per lo sviluppo fisico. Ma ne ha bisogno anche per imparare a conoscere il mondo e per relazionarsi. La musica in famiglia fin da piccoli, rafforza il legame genitore-bambino e la loro fiducia reciproca.

“Nati per la Musica” ha a cuore che ogni bambino e ogni bambina possano avere genitori e adulti vicini che propongano precocemente esperienze di ascolto di canti e musiche di diverso genere e consentano un avvicinamento al mondo sonoro sulla base di una relazione affettiva. È un programma nazionale che promuove la musica come strumento di relazione in famiglia in epoca prenatale e nei primissimi anni di vita (fino a 6 anni).

Il primo principio chiave riguarda la precocità del messaggio da dare alla famiglia in merito all’utilizzo della musica come modalità di relazione. Il motivo sta nella consapevolezza, derivante dagli studi di neuroscienza, sui periodi di maggior sviluppo del cervello e su come la genetica si intreccia con gli stimoli dell’ambiente per favorirlo. L’esperienza musicale attraverso l’ascolto di musiche, la voce dell’adulto che canta ninne nanne, filastrocche, canzoni, accompagnando i gesti di cura del bambino, è un filo conduttore essenziale per svilupparne la curiosità e i vari tipi di intelligenza.

Il secondo principio riguarda il ruolo fondamentale della famiglia e dei suoi componenti che forniscono al bambino un nido accogliente, nel quale il bambino trova adulti che rispondono ai suoi bisogni primari. La musica proposta dai genitori e dagli altri famigliari, con consuetudine, è una pratica essenziale per uno sviluppo armonico delle abilità cognitive, emotive, relazionali, fisiche e motorie.

Tutte le attività degli operatori dovrebbero essere tese a raggiungere tutte le bambine e tutti i bambini, al di là di qualsiasi provenienza culturale o sociale. Per questo motivo la figura che risulta essere più autorevole e che conosce bene la famiglia è il pediatra. Insieme agli altri operatori sanitari, come ginecologi e ostetriche che possono iniziare a fare la sensibilizzazione nel periodo del prenascita, ci sono musicisti ed educatori/insegnanti che hanno la possibilità di incontrare famiglie e bambini nei primi anni di vita.

Luisa Lopez

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