“Rowing for children with cerebral palsy” è un progetto di ricerca che si propone di utilizzare il canottaggio per riabilitare l’arto superiore di bambini e ragazzi con Paralisi Cerebrale (PC) unilaterale. Avviato lo scorso settembre il progetto, che si concluderà nel 2024, è coordinato dal dr. Luigi Piccinini dell’IRCCS E. Medea “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini (LC), uno dei centri appartenenti al GIPCI – Gruppo Italiano Paralisi Cerebrali Infantili. Ce ne parla il dr. Piccinini.
«Per i bambini/ragazzi con Paralisi Cerebrale (PC) unilaterale la compromissione della funzione dell’arto superiore (AS) è spesso più pronunciata di quella dell’arto inferiore e comporta limitazioni nell’indipendenza quotidiana, nella partecipazione alla vita sociale e nella qualità della vita. La riabilitazione che affronta la disfunzione dell’AS è fondamentale per promuovere un migliore uso del braccio e della mano offesi nelle attività bimanuali quotidiane e per raggiungere l’indipendenza funzionale nelle attività domestiche, scolastiche e sociali (Sakzewski L. et al., 2014). Studi recenti dimostrano che gli approcci che migliorano la motivazione del paziente e mirano alle attività della vita quotidiana e della partecipazione sono gli approcci più efficaci per il recupero funzionale dei bambini/ragazzi con PC (Nilay Çömük Balcı N. et al., 2016).
Questo progetto vuole quindi promuovere la possibilità di valutare l’efficacia delle terapie riabilitative non chirurgiche dell’arto superiore per i bambini/ragazzi con emiplegia tramite uno sport acquatico, il canottaggio. In particolare, si vuole avvalere della analisi del movimento e della valutazione biomeccanica della vogata pre- e post trattamento al fine di individuare variazioni nel gesto motorio a seguito del processo riabilitativo. Infatti, la possibilità di utilizzare e adattare il canottaggio per lo svolgimento di attività sportive per bambini/ragazzi con PC è certamente auspicabile per diversi fattori.
Lo sport per persone diversamente abili promuove inclusione e migliore qualità della vita, rappresenta un’opportunità per la riduzione di comportamenti disadattivi e per la crescita dell’autostima e della socializzazione. Inoltre, il canottaggio consente da un lato di migliorare la flessibilità e aumentare i range di movimento delle articolazioni senza sovraccaricarle, e dall’altro lato di rinforzare la muscolatura dell’arto superiore e non solo.
Il progetto prevede quindi un percorso articolato che coinvolga professionisti di diversi ambiti, mettendo a disposizione: 1. competenze sociali proprie di associazioni che operano per una migliore qualità di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie; 2. competenze cliniche che tengano in considerazione gli aspetti clinici della malattia, cause psicologiche e culturali, le sue complicanze; 3. competenze sportive per valutare le prestazioni di questi bambini/ragazzi; 4. competenze tecnologiche capaci di analizzare in modo oggettivo il gesto sportivo».
Si ringrazia il dr. Luigi Piccinini dell’IRCCS E. Medea di Bosisio Parini per il contributo.