La prof.ssa Maria Celeste Fasano, ricercatrice e docente del Dipartimento di Psicologia e Scienze Comportamentali dell’Università di Aarhus in Danimarca, ha condotto tre studi pilota sul potere motivazionale dell’attività musicale in orchestra nei bambini neurotipici, con diagnosi di ADHD e diagnosi di autismo.
I risultati di questi interessanti studi, presentati in Italia al recente Congresso AIRIPA (Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento), suggeriscono che la formazione musicale sia in grado di promuovere la motivazione intrinseca ed estrinseca nei bambini sia con sviluppo tipico che con bisogni speciali. Proponiamo qui l’abstract dell’intervento.
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Il potere motivazionale dell’attività orchestrale nei bambini neurotipici, con diagnosi di ADHD, e con diagnosi di autismo
Secondo la teoria dell’autodeterminazione, i contesti che supportano l’autonomia tendono a migliorare la motivazione intrinseca, mentre i contesti controllanti tendono a minare le regolazioni interne. Il supporto all’autonomia si riferisce alla capacità dell’istruttore di considerare la prospettiva dello studente, fornendo informazioni pertinenti e opportunità di scelta e minimizzando l’uso della pressione e delle richieste. Nell’ultimo decennio, è stato sviluppato un innovativo programma di formazione musicale orchestrale centrato sul discente.
Nel primo studio, abbiamo voluto investigare l’effetto di questo specifico programma musicale sulla motivazione intrinseca ed estrinseca in bambini con sviluppo neurotipico. Abbiamo reclutato 130 bambini di età compresa tra gli 8 e i 10 anni, iscritti nelle scuole pubbliche del Sud Italia. La metà di loro ha partecipato a 3 mesi di formazione musicale orchestrale, mentre il resto dei bambini non ha ricevuto alcuna formazione musicale (gruppo di controllo). La formazione includeva lezioni di due ore a settimana durante il pomeriggio e un concerto finale. A tutti i bambini è stato somministrato il Questionario di Autoregolazione Accademica (ASRQ) all’inizio e alla fine del periodo di 3 mesi di formazione musicale orchestrale. Rispetto al gruppo di controllo, i bambini del gruppo musicale hanno mostrato una riduzione significativamente maggiore della motivazione esterna. Inoltre, i bambini che hanno partecipato al programma musicale hanno mostrato un aumento della motivazione intrinseca.
Un secondo studio pilota ha esteso l’indagine agli effetti dello stesso training musicale su bambini con diagnosi di ADHD, ottenendo simili risultati. Oltre ai risultati sui bambini neurotipici e con ADHD, un terzo studio pilota su bambini con diagnosi di autismo ha rivelato miglioramenti significativi nelle capacità di autosufficienza personale e di espressione nei bambini che avevano partecipato al training musicale. Sebbene questi risultati non fossero direttamente correlati alla motivazione, il contesto musicale inclusivo e l’approccio centrato sul discente, già sperimentato negli studi precedenti, potrebbero aver indirettamente contribuito a favorire tali progressi.
Nel complesso, i risultati suggeriscono che la formazione musicale centrata sul discente è in grado di modulare la motivazione intrinseca ed estrinseca, e di offrire un potenziale educativo più ampio, toccando aspetti legati all’autonomia e alle capacità adattive. Questa ricerca offre importanti spunti nell’ambito della pedagogia musicale e dell’educazione inclusiva.
Maria Celeste Fasano
Department of Psychology and Behavioural Sciences
Aarhus University