Realtà virtuale e metaverso: quale contributo alla neuro riabilitazione? - Fondazione Mariani
/ Neurologia infantile

Realtà virtuale e metaverso: quale contributo alla neuro riabilitazione?

Ne ha parlato il dr. Luigi Piccinini dell’IRCCS Eugenio Medea, La Nostra Famiglia di Bosisio Parini (LC) all’ultima riunione del GIPCI – Gruppo Italiano Paralisi Cerebrali Infantili, introducendo il concetto di mixed reality. Il termine, che viene usato per rappresentare un intero spettro di situazioni che spaziano dall’ambiente reale all’ambiente virtuale, include realtà aumentata, virtualità aumentata e altre configurazioni miste.

La realtà virtuale consente un connubio tra trattamento riabilitativo e gioco. I vantaggi di un ambiente di realtà virtuale comprendono la possibilità di un training intensivo con numerose ripetizioni e un aumento della motivazione attraverso informazioni da feedback. Si rileva poi un miglioramento dell’efficacia dell’approccio e dell’outcome con task più facili, meno richiestivi e meno noiosi. Si tratta di un ambiente sicuramente più flessibile e adattabile per differenti obiettivi terapeutici, i limiti sono purtroppo la mancanza di standard e riferimenti. È possibile inoltre avere degli effetti collaterali quali stordimento, mal di testa e vertigini.

La realtà virtuale immersiva costituisce un sistema facilitante poiché permette al soggetto di eseguire attività in ambiente naturale arricchito e crea condizioni di stimolo multisensoriale. L’ambiente virtuale ha inoltre diversi vantaggi per la ricerca sull’efficacia dell’Action Observation Therapy: possibilità di misurare fenomeni comportamentali senza restrizioni ambientali, adattabilità e flessibilità degli esercizi con scenari e ambienti 3D in stile gaming, possibilità di manipolare alcune sensazioni o feedback per simulare fenomeni complessi difficilmente riproducibili, contesti di gioco e azioni funzionali, scelte sulla base dei bisogni del paziente.

«Abbiamo in progetto uno studio sull’impatto emozionale degli Avatar in realtà virtuale» spiega il dr. Piccinini. «Ha lo scopo di valutare gli effetti emozionali e cognitivi generati in bambini affetti da disabilità psicomotorie dalla visualizzazione del proprio Avatar in movimento in realtà virtuale. Dobbiamo studiare quali emozioni provoca la visione dell’Avatar nel bambino: entusiasmo, motivazione, frustrazione?».

Per saperne di più rinviamo alla sintesi completa pubblicata su “GIPCI news” a cura del dr. Piccinini, che ringraziamo per la collaborazione.

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